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Ospedale Corridoio

LA VITA DOPO LA TERAPIA INTENSIVA

IL NUOVO CENTRO DI RICERCA "ALESSANDRA BONO"

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA
ASST SPEDALI CIVILI DI BRESCIA

L’acronimo del Centro di ricerca, LOTO (LOng Term Outcome), è ispirato ad un fiore che con la sua forza emerge dal fango per mostrarsi in tutta la sua bellezza: il miglior augurio possibile per chi deve riemergere dall’esperienza drammatica della malattia critica.

 

Il Centro trae le sue origini dal progetto “LA VITA DOPO LA TERAPIA INTENSIVA”, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Alessandra Bono e l’ASST Spedali Civili di Brescia: un programma di follow-up clinico la cui missione è di accogliere e supportare il bisogno di cura dei pazienti sopravvissuti alla Terapia Intensiva.

“L’emergenza sanitaria che il mondo ha dovuto e che deve tutt’oggi affrontare ha fatto luce su un tema di grande importanza per i pazienti, per le famiglie, per le strutture ospedaliere. Le difficoltà da superare per garantire la qualità di vita dopo il trattamento in Terapia Intensiva sono tante e vanno affrontate con protocolli scientifici e con un approccio che tenga conto del paziente e della sua famiglia, quindi un approccio fisico e anche psicologico. La Fondazione sostiene il progetto del Prof. Latronico con grande fiducia e aspettativa. Crediamo che il programma dell’ASST Spedali Civili di Brescia e il progetto del ‘Centro di Ricerca Alessandra Bono’ possano diventare fiori all’occhiello, in campo medico-scientifico, della nostra città che, proprio quest’anno, ha dimostrato di essere una vera leonessa.”

Cav. Valerio Bono, 

Presidente della Fondazione Alessandra Bono

Il piano, nato in seguito all’emergenza Covid-19, conferma ancora una volta l’impegno di solidarietà sociale e di beneficienza della Fondazione Alessandra Bono il cui obiettivo principale è quello di sostenere la ricerca medica quale alleata imprescindibile nella lotta alla malattia e quale fonte di speranza per i malati e le loro famiglie.

 

“Il ricovero in terapia intensiva è un evento traumatico, non solo per il paziente, ma anche per la famiglia sia nella fase acuta di malattia che dopo la dimissione dalla Terapia Intensiva e dall’Ospedale” - spiega il Prof. Nicola Latronico, responsabile del progetto.

 

“I pazienti dimessi sono soggetti a disabilità residue e complicanze, come la perdita di massa e forza muscolare, complicanze neuro-psicologiche, dolore ed altre condizioni patologiche che possono persistere per mesi, anni e forse indefinitamente dopo la dimissione dall’Ospedale. Per questa ragione è importante identificare i soggetti a rischio e predisporre tutte le misure idonee a ridurre rischi e complicanze gravi e a lungo termine. Le cause di tali complicanze sono spesso sconosciute e non sono disponibili trattamenti specifici per la loro prevenzione o la cura: la necessità della ricerca nel settore rappresenta quindi una priorità assoluta."

Reso possibile grazie alla donazione di complessivi Euro 300.000 a favore dell’ospedale bresciano, il progetto “LA VITA DOPO LA TERAPIA INTENSIVA”, della durata di cinque anni, seguito dal Prof. Nicola Latronico, ha come scopo quello di accogliere e supportare il bisogno di cura dei pazienti sopravvissuti alla Terapia Intensiva.

In sinergia con il progetto clinico dell’ASST Spedali Civili, il Centro di Ricerca Universitario avrà il compito di promuovere la ricerca e la disseminazione di conoscenze su una sindrome ancora oggi ampiamente inesplorata, promuovendo al contempo anche la formazione di personale sanitario, di studenti delle aree sanitarie e di medici della Scuola di Specializzazione in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore e di altre Scuole dell’Università di Brescia e di altre Università e Ospedali. Saranno inoltre istituite una o più borse di studio “Alessandra Bono” per gli studenti più meritevoli dell’Università di Brescia che si adopereranno per il corretto funzionamento dell’Ambulatorio di Follow-Up e, una volta realizzato, del “Centro di Ricerca Alessandra Bono”.

 

I pazienti sono seguiti in tutto il decorso ospedaliero e valutati ripetutamente fino alla dimissione. Già durante il ricovero in TI, vengono informati, insieme alle famiglie, della Sindrome Post-Terapia Intensiva; una volta usciti, ricevono invece le istruzioni necessarie per accedere ai controlli ambulatoriali che prevedono un follow-up tramite dei test per la valutazione delle funzioni fisiche, cognitive e mentali. Il protocollo prevede che i pazienti siano seguiti già a partire dai 3 mesi dalla dimissione e per un periodo della durata fino a 5 anni. I dati dei pazienti, raccolti in un database dedicato, saranno utili sia per l’informatizzazione a scopi clinici sia per studi di ricerca.

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"Long-term physical impairments in survivors
of COVID-19-associated ARDS compared with classic ARDS: A two-center study"

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